venerdì 1 maggio 2015

Kreuzberg: la bellezza del brutto

I romantici vagoni gialli e rossi sferrano le vecchie vie della U-Bahn: Jannowitz-brucke, Heinrich Heine-Strasse, Moritzplatz e, finalmente, Kottbusser Tor.
Aperte le porte della metropolitana e fatti i primi passi nella stazione sotto terra, si percepisce subito un'atmosfera diversa rispetto al resto della città: cinque poliziotti scrutano attentamente i passanti, sulle scale avanzi di cibo e voci sonanti provenienti dall'alto.
Salite le scale, la prima immagine di Kreuzberg è un mercato di frutta e verdura affollato prevalentemente da volti dai tratti orientali. Sotto i piedi cartoni e qualche arancia, dappertutto voci che alternano lingua turca e tedesca.
"Il quartiere degli anarchici e degli immigrati" è la definizione della guida turistica riguardo questo quartiere, così particolare e così diverso dalla restante Berlino.
Macchine parcheggiate in divieto di sosta, muri imbrattati, strade sporche e un'aria leggera di degrado sono i caratteri principali di questa piccola Istanbul nel cuore della Germania.
Passeggiando fra le vie si incontrano bambini che picchiano un pallone da calcio, in mezzo alla strada, contro un grigio muro, ornato da graffiti.
Nella zona, tanti piccoli locali che hanno avuto il (de)merito di attrarre negli ultimi anni anche turisti in un'area che per diversi decenni è stata popolata esclusivamente da lavoratori. Infatti, Kreuzberg nella mente dei tedeschi rievoca subito immagini di manifestazioni violente per i diritti dei lavoratori e celebrazioni del primo maggio spesso sopra le righe.
Nei negozi che si susseguono sulle strade si trovano valanghe di prodotti di provenienza tutt'altro che tedesca, ristoranti etnici ad ogni angolo e qualche vecchia libreria grigia, piena di polvere e vecchi libri sulla DDR e un'anziana signora che con gentilezza accoglie coloro che ci entrano.
Un negozio nascosto dietro una vecchia vetrina di legno andato propone articoli sportivi. Sportivi si fa per dire, in quanto tutto ciò che è in vendita riguarda solo ed esclusivamente il calcio. E nel caso cercaste una maglietta del Bayern, del Borussia o della stessa berlinese Hertha, siete lontani dal luogo in cui potreste trovarla. Qui potete trovare tutto, anche le mutande o i calzini, delle tre squadre di Istanbul o dell'unica di Trebisonda; e se voleste chiedere informazioni agli addetti riguardo qualcosa, vi risponderebbero in un tedesco stentato e nervoso.
Sui lati qualche locale piccolo, colmo di gente giovane che dibatte e discute, soprattutto alla sera. Questo è, infatti, anche il quartiere degli studenti, di quelli forse un po' più "particolari", più nervosi, più irritabili, più propensi a mandarvi a quel paese.
Un negozio intorno al quale rimbomba il punk anni '90 o quello ancora più puro degli anni precedenti espone una meravigliosa collezione di magliette. Il proprietario è fermo a parlare in inglese con altri due ragazzi, fumando una sigaretta e facendo valere la lunga cascata di capelli neri sulla propria schiena. Fra le magliette anche quella dell'Inter City Firm del West Ham. Collegamento chiaro con il gruppo di ragazzacci che per anni hanno controllato una delle aree più malfamate di Londra, l'est di Londra, sotto spoglie di hooligan che nel tempo libero seguivano il West Ham, creando problemi in tutti gli stadi d'Inghilterra.
A pensarci bene, a Kreuzberg non c'è nulla di bello: c'è un'atmosfera calma e un po' cupa respirata quotidianamente da gente talvolta emarginata, talvolta arrabbiata. Un quartiere diverso, staccato dal resto, immerso in un mondo suo che non rispetta i canoni e le regole di ciò che lo circonda. Ed è forse questo suo essere particolare, diverso e unico a renderlo così affascinante ai miei occhi.

Dino


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