La nostra coerenza ha avuto modo di palesarsi un'altra volta.
Dopo gli attentati di Parigi, ci siamo indignati, più che giustamente; abbiamo commemorato le vittime, più che giustamente; abbiamo pregato, più che giustamente.
Per giorni, abbiamo parlato e sentito quasi esclusivamente notizie riguardo a questi tragici fatti.
Abbiamo sempre affermato che non ci sono "vittime di Serie A e Serie B", abbiamo affermato che la vita di ogni uomo è sacra. Ma è così?
Le poche notizie e lo scarso scalpore dell'opinione pubblica in relazione agli attentati di Beirut, precedenti di un giorno quelli di Parigi, è stato già un segnale. Le bandiere erano tutte francesi, le preghiere tutte per le vittime francesi, i minuti di commemorazione per Parigi. Gli attentati che hanno scosso il Libano sono passati in secondo piano, proprio come quelli di Ankara, Suruc, Sinai e tanti altri non hanno trovato grande spazio sulla cartastraccia delle nostre testate giornalistiche.
La reazione agli attentati di oggi è soltanto un'ennesima conferma, non certo una sorpresa. Eppure sono morte delle persone, tante sono rimaste ferite. Che la loro nazionalità sia turca, tedesca o francese non dovrebbe avere importanza, ma apparentemente non è così.
Il giusto minuto di silenzio durante tutte le manifestazioni dopo il 13 novembre è stato un gesto naturale, ma non si spiega perché dopo Ankara, Beirut e tanti nomi di città non occidentali lo stesso non sia avvenuto.
Perché dopo gli attentati di Ankara di quest'estate non è successo tutto questo? Perché il 13 novembre abbiamo pregato per le vittime di Parigi, ma non per quelle di Beirut?
Vedere i tifosi turchi fischiare il minuto di silenzio per le vittime di Parigi è stato scioccante e sconcertante. Rimane senza alcun dubbio un gesto deplorevole, ma ponendoci nella loro prospettiva delle cose, non è, in fondo, comprensibile?
Non è comprensibile fischiare il minuto di silenzio per mancare di rispetto alle vittime, sia chiaro, ma è comprensibile fischiare il minuto di silenzio per dire: "La vita di un orientale vale quanto quella di un occidentale!".
Inoltre, l'odierno (e non solo) atteggiamento passivo dei media e di gran parte della popolazione getta ombre sulle grandi e lecite commemorazioni fatte per il 13 novembre: gli hashtag, le preghiere e i silenzi per le vittime parigine hanno rappresentato un reale e sincero sentimento di cordoglio o semplicemente una moda?
Possano trovare pace e riposo eterno tutte le vittime di atti scellerati e violenti come questo!
Nessun commento:
Posta un commento